Occasione per parlare di Paesaggio è la visita alla mostra Panorama, approdi e derive del paesaggio in Italia, curata con grande sensibilità da Claudio Musso in occasione di ArtCity. Ogni anno ArtCity è l’occasione per Bologna di fare riflessioni sull’arte e sui suoi possibili significati. L’Emilia Romagna da tempo è lo scenario dove le discipline artistiche si sono occupate del paesaggio facendo perno del ragionamento le esperienze personali, la capacità di tradurne l’idea oltre la pura visione e il puro sentimentalismo che ne deriva.
Testimonianza di questa attitudine emiliana e riferimento per la mostra Panorama è l’esposizione coordinata nel 1982 da Tomás Maldonado per la GAM: Paesaggio immagine e realtà. Fu “occasione per dare vita a una preziosa e articolata riflessione sul concetto di rappresentazione del mondo e sul ruolo dell’immagine come strumento di conoscenza. Protagonisti la fotografia, il cinema, la letteratura e la geografia in dialogo tra loro. Nel tempo si vedrà l’importante dialogo tra Luigi Ghirri e Gianni Celati nella costruzione di un immaginario che corre lungo le strade e i fossi dei canali, fatto di luce, temperatura, umidità e capacità di ascoltare le parole della gente immerse nel ronzio della natura. In apertura del catalogo Panorama, Musso cita la Convenzione Europea di paesaggio del 2000 mostrando come l’idea di paesaggio si costruisce intorno ad azioni che vanno oltre l’idea del semplice guardare: “Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione dei fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”.
Osservando Panorama, il paesaggio riguarda l’esperienza non solo visiva, istantanea, ma è processuale in chi osserva: l’idea di paesaggio si costruisce nella mente delle persone attraverso pensieri non necessariamente di natura visiva. Il paesaggio è immagine prima ancora di diventarlo. Il paesaggio si costruisce riallacciando emozioni, pensieri, memorie. Come scrive Musso una immagine di paesaggio che sia visiva o non visiva, sonora o tattile è il risultato di un processo che si colloca tra la sala espositiva e il laboratorio e dove le percezioni sono collegate alla mente e insieme sconvolgono le regole della natura. Il paesaggio si costruisce in un processo che ci vede toccare il mondo mentre siamo toccati dal mondo. Il paesaggio infine è il risultato di una esplorazione dentro e fuori di noi.