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Il soffitto di cristallo

La chiave di volta del successo di un disabile è la sua integrazione e la parola chiave per ottenerla è quella del team. Ma…
Francesco Levantini

Certo, per chi segue anche da lontano il problema del diversity quello del glass ceiling: il soffitto di cristallo invalicabile dalle minoranze, non è una novità e non è una novità lo scoprire che è davvero molto arduo toccarlo e forse impossibile superarlo. Negli anni che ho passato nelle grandi aziende multinazionali con la docenza intorno al management e all’organizzazione aziendale ho però scoperto che di fatto sono due i soffitti di cristallo e l’incontrarli mi ha permesso, se non di infrangerli, almeno di scegliere, o suggerire ai colleghi disabili che ho incontrato, quello che in qualche modo permette di salire più in alto. Non credo di dire nulla di nuovo per coloro che lavorano in una grande azienda che la chiave di volta del successo di un disabile è la sua integrazione e che la parola chiave per ottenerla è quella del team. Si lavora in squadra e vincere non significa mai emergere individualmente ma contribuire al lavoro del proprio gruppo.

Attenzione però, ci sono due modi di giocare: mi sia consentita una metafora sportiva, quello con una squadra di basket o quello con una squadra per una staffetta quattro per cento. Contribuire alla vittoria di una partita di basket significa passare e ricevere la palla dai propri compagni di squadra intorno ad una strategia comune e condivisa. Contribuire alla vittoria di una staffetta significa invece presentarsi in pista con i propri strumenti e dare il meglio nella propria frazione. Nel basket l’ interazione è durante la performance, nella staffetta è prima e dopo. Ora, per un disabile sia in un caso che nell'altro non è difficile entrare in squadra . Ci si può riuscire con i titoli accademici, con il lavoro di lobby delle associazioni di categoria e, soprattutto, con le proprie capacità relazionali. Il guaio è che nella pallacanestro si gioca passando e ricevendo la palla e nei momenti critici la palla si passa e si riceve a e da persone su cui non ci sono dubbi sulle loro capacità di mantenere le aspettative.

Inutile dire che quando la posta è alta la probabilità per un disabile di vedersi passare la palla si abbassa. Sono un non vedente ed è questo il motivo per cui nella mia carriera non ho scelto il basket. In azienda ho fatto di tutto per orientarmi verso l’education. Similmente alla staffetta mi consente di preparare coi miei strumenti la performance e in aula sono solo io che corro la mia frazione.

Illustrazione "Glass ceiling" (Il soffitto di cristallo)Nessuno deve passarmi la palla e se sono bravo contribuisco al lavoro della mia squadra con cui interagisco solo quando si tirano le somme, ci si incoraggia o ci si consola. Ho quindi scelto il tetto di vetro che mi ha permesso di salire più in alto. Se fossi stato sordo probabilmente avrei scelto un ruolo di ricerca o di marketing dove è la creatività individuale che paga. Per un disabile motorio probabilmente è la ricerca o l’ufficio brevetti dove la relazione è certo importante ma il frazionista è concentrato soprattutto sul proprio studio individuale.

Attenzione però, soprattutto un’azienda inclusiva tende a circondare il disabile per non lasciarlo da solo.

In letteratura si cita il caso di uno studio di commercialisti che, operando nel napoletano, per integrare un bravissimo economista super laureato in Cina, tenta di insegnarli il napoletano per farlo giocare con i propri colleghi.

Non può funzionare. Il soffitto di cristallo apparirà immediatamente, il nostro amico orientale non annullerà mai completamente la propria natura e difficilmente i colleghi gli passeranno la palla nei momenti davvero importanti per l'azienda.Quello che invece è importante fare è usare la ricchezza della diversità.

 

Cambiare gioco e correre una staffetta: affiancare un economista napoletano al cinese e dirigerli verso i clienti napoletani che hanno rapporti con la Cina. I due "atleti" correranno in autonomia la loro frazione e regaleranno alla squadra risultati altrimenti inarrivabili.

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