All'insegna della prossimità

Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare del Comune di Bologna, espone il piano strategico per arginare l’emergenza sociale e sanitaria
Federico Bartolomei

A fronte degli esempi di deterioramento della Sanità Pubblica a cui stiamo purtroppo assistendo in questo periodo storico, qual è il piano strategico del Comune per arginare questa emergenza e continuare a dare risposta ai bisogni dei cittadini?

Il Comune di Bologna dal 2017 in poi con il riordino del Servizio Sociale territoriale ha espanso la propria spesa sociale per sviluppare i servizi sociali e socio-sanitari a favore dei propri cittadini. Oltre a potenziare un patrimonio storico di interventi che già erano consolidati nella nostra realtà, abbiamo dato vita a importanti innovazioni. Ad esempio: progetti per i caregiver familiari, progetti di prevenzione alle dipendenze per gli adolescenti delle scuole e nei luoghi del divertimento, interventi di supporto alle famiglie fragili sotto il profilo delle relazioni genitoriali, un sistema di accoglienza per migranti molto strutturato, e molte altre cose. Oggi stiamo lavorando a una nuova serie di proposte per agganciare i bisogni di salute dei nostri cittadini all'insegna della "prossimità". Non ci basta cioè essere nei Quartieri con i nostri servizi, vogliamo arrivare nelle diverse zone della città dove più forti sono i bisogni di salute e lavorare sulla prevenzione e sulla capacità di mettere in connessione i cittadini che li abitano con il sistema dei servizi sanitari, oltre che sociali.

Bologna dimostra da anni che il binomio pubblico\privato funziona, perché non si traduce in un disimpegno del pubblico, che mantiene il suo ruolo di indirizzo e regia.
Il rapporto consolidato fra Istituto Cavazza e Comune di Bologna ne è un esempio.
Cosa ne pensa a riguardo e in prospettiva futura?

Per questa Amministrazione la collaborazione e l'apertura all'esterno è un tratto caratterizzante. Non solo lavoriamo col privato sociale, inteso come attività imprenditoriale, ma con le associazioni, le parrocchie, i gruppi informali e persino i singoli cittadini. Abbiamo costruito nel tempo strumenti che ci consentono di rendere pienamente trasparenti anche le forme di collaborazioni con tutti. Abbiamo da poco realizzato un vero e proprio Patto per l'Amministrazione condivisa perché siamo fermamente convinti che costruire reti significa aumentare il livello di benessere di ogni singolo abitante di questa città.

Luca Rizzo Nervo - Assessore Welfare Comune di BolognaAll’interno dell’Istituto Cavazza operano da sempre un servizio di Ausilioteca e un servizio di Consulenza Educativa che offrono la possibilità alle persone cieche e ipovedenti di tutte le età, di individuare sotto la guida di operatori esperti, gli ausili e le strategie più idonee ed efficaci per recuperare autonomia e indipendenza nella attività della vita quotidiana. Questo servizio ovviamente non può prescindere da una stretta collaborazione fra Istituto Cavazza, l’Azienda Ausl e le strutture ospedaliere cittadine, con le quali costruisce un percorso virtuoso. Cosa ne pensa di questo modello e come intende consolidarlo o svilupparlo?

Come dicevo, la collaborazione per noi non è una concessione alle richieste che provengono dal territorio, o una mera questione di consenso, ma una politica mirata a promuovere benessere. Anche il mondo sanitario si sta avvicinando a questa idea sempre di più dopo l'esperienza del Covid. La creazione delle Case della Comunità in ogni quartiere, ad esempio, avranno proprio questa funzione. Dobbiamo creare dei luoghi dove non solo il cittadino va a fare gli esami clinici o le visite specialistiche, ma dove può trovare occasioni di socializzazione, progetti di promozione della salute e accompagnamenti verso soluzioni indispensabili per migliorare la propria qualità di vita come gli ausili e l'adattamento domestico. E tutto questo va fatto con le associazioni e tutti i soggetti della comunità.

La pandemia covid 19 ha innescato e accelerato processi innovativi altrimenti destinati con tutta probabilità a tempi più lunghi, come ad esempio la digitalizzazione di tanti servizi pubblici e privati. L’istituto Cavazza tra le varie iniziative ha varato il progetto “Limitless” volto ad insegnare ad anziani ciechi e ipovedenti l’utilizzo delle funzioni di accessibilità di pc, tablet e smartphone per le attività della vita quotidiana. Che progettualità ha in cantiere il Comune di Bologna per stimolare e supportare questo cambiamento di abitudini quasi epocale che interessa anche tante persone affette da minorazione visiva?

Il contrasto al divario digitale è una delle nostre priorità. Con i fondi del Pnrr ad esempio partiranno una serie di proposte di formazione e accompagnamento digitale dei cittadini che realizzeremo nelle Case di Quartiere. Lo Spid, la cartella sanitaria, le prestazioni Inps, la casa popolare... sono tutte prestazioni a cui oggi accedi solo se hai la possibilità

di usare le nuove tecnologie in modo competente. Già adesso presso gli Sportelli Sociali forniamo assistenza a chi necessita di questo supporto. L'accesso è libero e gratuito. Ma dobbiamo certamente impegnarci maggiormente anche per creare percorsi di accompagnamento mirato alle persone con disabilità attraverso applicazioni e strumentazioni specifiche, ispirandoci a quanto il vostro Istituto sta facendo e a quanto sempre ha fatto in termini di formazione all'utilizzo delle tecnologie per contrastare le limitazioni e le disabilità.

 

Precedente | Successivo

Sommario

Oltre il welfare

Attualità

Attività

Salute

Musica

Cultura