La nostra tappa sui teatri scomparsi di Bologna è dedicata questa volta al Teatro Olimpia, conosciuto in città anche come Teatro Verdi.
Collocato nel retro di Palazzo Giordani, all’angolo tra le attuali via Galliera e via Milazzo, aveva preso il posto dell'Anfiteatro del Pincio, costruito in legno nel cortile di quello stesso palazzo. Con una capienza di circa 1400 spettatori, viene inaugurato il 13 aprile 1907 e, da quel momento offre a un pubblico prevalentemente popolare vaudeville e operetta, varietà ed eventi sportivi.
L’attività dell’Olimpia dura fino al 31 maggio del 1908 ma, come la mitica Fenice, lo spazio viene adeguatamente ristrutturato su progetto dell’ingegner Lambertini che ha un’idea innovativa, e oseremmo dire geniale, per ovviare alla scarsa altezza dell’edificio: abbassare il piano terra a un livello più basso di quello del portico d’ingresso e della strada antistante. Ridenominato Teatro Verdi, viene reinaugurato, "tra un grande sfarzo di lampadine e lampade a arco”, con Mignon di Ambroise Thomas, una celebre opera di repertorio vecchia ormai di una quarantina d’anni, e riprende a programmare spettacoli dall’autunno di quello stesso anno, acquisendo da subito un’ottima fama.
Come in altri luoghi di spettacolo in città, sul suo palcoscenico si alternano produzioni di genere diverso: dalla commedia dialettale alla moderna rivista, dal varietà alle marionette (si ricorda nel 1923 il debutto di Umberto Tirelli con il suo Teatro Nazionale delle teste di legno), e diventa col tempo tappa per celebri compagnie di prosa, come quella del celebre attore del cinema muto Max Linder, la Compagnia di Roma o la Compagnia Bandanello. Non manca però la musica, con le esibizioni dei divi della radio e gli allestimenti di opere liriche, come una assai applaudita Boheme.
Ristrutturato nel 1928 a cura dell'architetto Giulio Ulisse Arata, che sovrappone alla platea ben due gallerie, e decorato dal pittore Giovanni Romagnoli, diviene il migliore "teatro moderno" della città, sede dal 1931 della Stabile Filodrammatica, compagnia di dilettanti con un repertorio di notevole qualità.
L’attività del teatro termina col bombardamento aereo del 25 settembre 1943: dopo la guerra l’edificio verrà ricostruito, ma il teatro non riprenderà l’attività. Al suo posto, nel 1959, aprirà il cinema Capitol.