Davide Conte è attualmente assessore al Bilancio del Comune di Bologna, e precedentemente è stato assessore alla Cultura.
Parlare con lui significa prendere visione di un approccio consapevole alla politica e ai bisogni delle persone.
Per Conte buona politica è infatti fare in modo di rispondere alle vocazioni dei cittadini, attraverso la creazione di infrastrutture tali che tutte le persone possano realizzare il proprio progetto di vita. In questo approccio, l’obiettivo dell’amministrazione diventa così non più offrire semplicemente servizi, ma lavorare sotto la prospettiva dello sviluppo sostenibile all’interno del processo dell’accessibilità.
Accedere al proprio futuro e poter ascoltare i propri sogni dovrebbe essere un diritto di tutti, a prescindere dalle condizioni fisiche, sociali, economiche. Solo in questo modo, dando valore al progetto di vita delle persone, la politica può uscire dal mero occupare spazi e passare a rendere ognuno protagonista della storia dell’uomo.
Quello che emerge dalla chiacchierata che ho avuto il piacere di poter fare con lui, è un uomo che pone in tutto quello che fa le persone, che si tratti di politica ma anche di foto da pubblicare su Instagram. Dietro ogni azione si percepisce un’idea di città molto chiara, una città che sa ascoltare le vocazioni delle persone dando loro la possibilità di accedere al proprio futuro.
Tra le righe, si coglie la nostalgia per non essere arrivati all’ultimo miglio nel progetto di una città accessibile, ma solo al primo. Un primo miglio che però, grazie anche alla piccola rivoluzione costituita dalla nomina del Disability Manager, ha fatto iniziare un percorso irreversibile verso una sempre maggiore presa di coscienza da parte dell’amministrazione.
Davide Conte è anche stato fin da subito sostenitore del Progetto Limitless, destinato a facilitare l’accesso al digitale da parte delle persone anziane con disabilità visive. In esso Conte vede un esempio di copertura dell’ultimo miglio nell’accessibilità di Bologna, uscendo dal perimetro di un tipo specifico di utenza e ponendo al centro un intera generazione, quella degli anziani.
Un altro pezzo del mosaico che si sta costruendo a Bologna, verso una città che faccia entrare le persone in pieno all’interno della propria storia.