Oggi sempre più persone sentono parlare della “Consulta tra Antiche Istituzioni Bolognesi” e non pochi si pongono la domanda di cosa rappresenti e quali siano le finalità di questo sodalizio. Cercheremo quindi di venire incontro al loro giustificato interesse. La “Consulta tra Antiche Istituzioni Bolognesi” ha visto la luce nel 2004 a seguito dell’idea partorita dall’Avvocato Stefano Graziosi e dal Notaio Guglielmo Franchi Scarselli; idea condivisa da un gruppo di altri amministratori di Istituzioni che da secoli continuano a dar lustro alla città di Bologna e a operare a favore della cittadinanza petroniana. Le Istituzioni che ne fanno parte presentano tutte le seguenti caratteristiche:
- essere radicate nel territorio bolognese;
- operare senza scopo di lucro;
- svolgere ancor oggi le loro attività istituzionali;
- avere origine e organizzazione laicali, anche se di ispirazione religiosa;
- avere un’anzianità di almeno sessanta anni. Le finalità istituzionali della Consulta possono essere così sintetizzate:
- realizzare un collegamento fra Istituzioni che, seppur con fini anche molto diversi, hanno curato nel tempo e curano tuttora iniziative verso le persone in condizioni di disagio, nonché a favore dell’accrescimento culturale della cittadinanza bolognese, nella continuità della memoria storica della città di Bologna;
- collaborare alla valorizzazione dei patrimoni storici e culturali e alla conservazione delle tradizioni delle Istituzioni che nei secoli hanno dato lustro alla città di Bologna;
- mettere a disposizione degli studiosi e della cittadinanza i loro importanti patrimoni artistici e archivistici, che non soltanto devono essere conservati. I componenti della “Consulta tra Antiche Istituzioni Bolognesi” sono andati via via aumentando negli ultimi anni. Ne fanno al momento parte venticinque Istituzioni, nate nel periodo compreso tra il XII e il XX Secolo, dalla più anziana, la “Antichissima e Nobilissima Compagnia Militare dei Lombardi in Bologna”, nata nel 1170, alla più giovane, “La Famèja Bulgnèisa”, del 1928. A queste si aggiungono due ulteriori Istituzioni che intrattengono con la Consulta una collaborazione speciale e continuativa. Quanto mai varie sono le attività prioritarie svolte. Per la salvaguardia della tradizione artistica bolognese operano:
- la “
Associazione per le Arti Francesco Francia ” (1894), nel campo delle arti figurative;- la “
Cappella Musicale Arcivescovile di Santa Maria dei Servi in Bologna ” (1346) e la “Regia Accademia Filarmonica di Bologna” (1666), in ambito musicale;- il “Comitato per Bologna Storica e Artistica” (1899), in quello dell’architettura. Nel campo dello sport, portando da 150 anni alto nel mondo il nome di Bologna, opera poi con successo la “S.E.F. Virtus” (1871). Vi è quindi un nutrito numero di Istituzioni, nate in larga misura nella seconda metà del XIX Secolo per sopperire alle gravi carenze del pubblico, votate all’assistenza dei più fragili e bisognosi. Tra queste, in particolare risalto si pone lo “Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza”, la cui fama ha da tempo varcato i confini nazionali. Fanno parte di questo gruppo Istituzioni finalizzate all’assistenza e/o all’integrazione sociale:
- dei non vedenti e degli ipovedenti, quali appunto lo “Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza” (1881) e la “Casa Famiglia di Lavoro per Donne Cieche” (1927);
- degli audiolesi, come la “Fondazione Pio Istituto Sordomute Povere” (1845) e la “Fondazione Gualandi a favore dei Sordi” (1850); - dei ritardati mentali, come la Opera dell’Immacolata (1845);
- dei giovani bisognosi e dei poveri ed emarginati, quali il “Collegio Comelli” (1663) e la “Opera Pia Da Via Bargellini” (1874);
- dei bambini, come la “Istituzione Asili Infantili di Bologna” (1847), la “Fondazione Sorbi Nicoli” (1873) e la “Fondazione Augusta Pini e Istituto del Buon Pastore” (1874);
- e infine degli anziani, quale lo “Ente Morale Istituto Case di Riposo Sant’Anna e Santa Caterina” (1875). Vi sono quindi diverse Istituzioni gelose custodi della cultura e delle tradizioni petroniane, vale a dire, in ordine di anzianità:
- la “Antichissima e Nobilissima Compagnia Militare dei Lombardi in Bologna” (1170),
- la “Compagnia dell’Arte dei Brentatori in Bologna” (1250),
- il “Reale Collegio di Spagna” (1364),
- la “Fabbriceria di San Petronio” (1389),
- la “Arciconfraternita dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi in Roma” (1575),
- la “Società Medica Chirurgica Bolognese” (1802),
- la “Mutua Salsamentari” (1876),
- la “Unione Campanari Bolognesi” (1912),
- e “La Famèja Bulgnèisa” (1928).
Infine, bisogna ricordare che la “Consulta tra Antiche Istituzione Bolognesi” intrattiene una collaborazione speciale e continuativa con la “Accademia Italiana della Cucina" (Delegazione di Bologna) (1956) e con “ASP Città di Bologna”, per le sette Istituzioni in essa conglobate, vale a dire: la “Fondazione Alberto Dallolio e Alessandro Manservisi”, la “Fondazione Innocenzo Bertocchi”, lo “IPAB Istituto Giovanni XXIII”, lo “Istituto Clemente Primodì”, gli “Istituti Educativi di Bologna”, la “Istituzione Cassoli Guastavillani” e la “Opera Pia dei Poveri Vergognosi”. Per concludere questa mia breve chiacchierata sul nostro sodalizio, credo ne colga appieno il significato quanto ci ha ricordato in un incontro Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo della nostra città Matteo Maria Zuppi: cioè la frase detta dal famoso compositore Gustav Mahler per ricordare l’importanza della tradizione nello sviluppo della modernità culturale: “La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”.