L’analisi e la comprensione delle reali condizioni di vita delle persone affette da disabilità visiva passa anche dall’osservazione dei livelli di soddisfazione dei propri bisogni personali.
La piena partecipazione e l’inclusione nei contesti sociali, culturali e lavorativi è un requisito per raggiungere la piena indipendenza nelle attività della vita quotidiana, indipendenza che è fatta di piccole e grandi cose. È importante prima di tutto conoscere ed avere la possibilità di accedere a servizi per l’educazione e la riabilitazione visiva per ricevere per tempo strumenti e indicazioni idonei, se parliamo ad esempio di giovani e adulti, per accedere a un’adeguata istruzione, per raggiungere un soddisfacente inserimento nel mondo del lavoro o per mantenere l’attuale livello occupazionale se presente. Il Registro D.A.Re INVAT (www.invat.info), oltre alla ricostruzione aggiornata della diffusione degli ausili sul mercato e della relativa esperienza d’uso degli stessi da parte degli utenti finali nei vari ambiti della vita, fornisce una serie ulteriore di dati che contribuiscono a delineare il quadro attuale delle condizioni di benessere e di partecipazione alla vita sociale e culturale del paese da parte delle persone con disabilità visiva. Il Registro, funziona come un vero e proprio osservatorio che, analizzando i dati forniti da diversi centri specializzati in Italia, fra cui l’Istituto dei ciechi F. Cavazza di Bologna permette di essere aggiornati sui reali bisogni della popolazione. Comprende le necessità dei cittadini più fragili, significa essere in grado di pianificare progettualità adeguate che rispecchino le singole aspettative anche sfruttando le opportunità fornite dalle nuove tecnologie.
La composizione demografica della popolazione adulta con disabilità visiva, vede la categoria degli anziani come quella maggiormente colpita con un’età media di 73.7 anni, età molto più avanzata rispetto a quella media della popolazione italiana di 46.5 (Istat 2023).
Non a caso la principale causa di cecità e ipovisione in Italia è dovuta alla Degenerazione Maculare Senile, malattia che è presente in circa il 50% delle persone che accedono ai Centri.
Tuttavia esiste anche una quota importante di bambini, giovani e giovani adulti che vivono una condizione di cecità o ipovisione dovuta ad altre malattie e per le quali l’Istituto Cavazza mette in campo da sempre progetti specifici.Il lavoro rimane una dimensione molto critica per le persone con disabilità, come testimoniano gli squilibri con il resto della popolazione e come evidenziato dallo stesso Registro D.A.Re nei report relativi al numero di persone che pur essendo in età lavorativa sono ancora in cerca di una prima occupazione oppure di una nuova occupazione a causa della disabilità.
Anche sul tema lavoro l’Istituto Cavazza è presente con il Corso per centralinista telefonico, un percorso di 1200 ore, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna che offre ai partecipanti l’opportunità di acquisire sia la qualifica di centralinista telefonico tradizionalmente inteso, che competenze aggiuntive di tipo informatico e nel campo della comunicazione (www.cavazza.it).