Trent'anni da festeggiare

Le sfide per il nostro Istituto e per la rivista per i prossimi anni
Pier Michele Borra

Prima copertina di Vedere Oltre - 1994, BolognaSono ormai trent'anni che l'Istituto Cavazza di Bologna pubblica regolarmente la rivista "Vedere Oltre", uno strumento di informazione e diffusione delle esperienze, delle innovazioni, dei servizi che via via sono stati sviluppati e realizzati in questi tre decenni dall'Istituto a favore dei ciechi e degli ipovedenti italiani e non solo. Presentando, nel 1994, la nuova scommessa editoriale in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, traevo dalla Storia di oltre un secolo le indicazioni e la volontà di continuare a porci al servizio di ciechi e ipovedenti adeguando di conseguenza gli interventi e sviluppando nuove ricerche aderenti alla società, che era ed è, in rapida trasformazione e che proponeva condizioni nuove entro le quali individuare le strategie per assicurare ai ciechi e agli ipovedenti le migliori opportunità di emancipazione e di inclusione. Oggi, a

trent'anni dal primo numero della nostra rivista, non posso non ricordare con affetto e infinita stima coloro che con il loro contributo, con la loro partecipazione di idee e di contenuti fondamentali l'hanno resa uno strumento efficace di informazione e di confronto sui temi essenziali dell'integrazione scolastica, lavorativa e sociale di ciechi e ipovedenti. A partire dai due direttori responsabili: Gian Carlo Roversi e Paola Rubbi che con la loro competenza e il loro impegno hanno assicurato la crescita e la qualità, sempre elevata di ogni numero. Agli amici e collaboratori Enzo Tioli, Rodolfo Cattani, Ernesto Dini, Antonio Quatraro e Andrea Canevaro che spesso hanno contribuito con la loro conoscenza, la loro esperienza e con la loro passione a sviluppare confronti e discussioni che ci hanno consentito di far vivere la nostra rivista ben inserita nel dibattito nazionale e internazionale per l'emancipazione della disabilità. Ma com'è cambiato l'Istituto Cavazza in questi decenni e come ha saputo adeguare la propria attività alle nuove esigenze di ciechi e ipovedenti? Nel 1994, anno di nascita di "Vedere Oltre", mentre finalmente si riusciva a risanare il bilancio economico dell'Istituto, continuavano altresì le attività di formazione di Operatori Telefonici che, con adeguati aggiornamenti del programma formativo, sono ancora una realtà significativa dell'attività istituzionale e assicurano a 25/30 ciechi o ipovedenti, ogni anno, l'acquisizione di una valida formazione professionale che consente loro di trovare adeguate opportunità lavorative. Nel 1998 l'Istituto ha inaugurato il Museo Anteros di Pittura Antica e Moderna che, con la sua collezione di riproduzioni in bassorilievi prospettici di grandi opere pittoriche, ha consentito e consente, a tanti ciechi e ipovedenti di poter compiere un significativo percorso formativo e di conoscenza anche sull'arte pittorica e sulla Storia dell'arte. Sempre sul finire del secolo scorso, in seguito alla legge 284/97, l'Istituto seppe cogliere la necessità di un proprio servizio per la riabilitazione visiva, dando così avvio al centro di ipovisione che con molte iniziative, locali e nazionali, ha cercato e cerca di rispondere alle tante variegate esigenze degli ipovedenti e di persone che, magari in età avanzata, scoprono di dover convivere con significativi problemi visivi. Nel 1999, in collaborazione con la Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro-Ciechi, si è avviato presso l'Istituto il C.I.S.A.D. per la ricerca e valutazione di ausili e sussidi didattici, anche in continuità con il centro regionale per la produzione di ausili e materiali didattici che aveva caratterizzato l'attività dell'Istituto negli anni precedenti. Sempre sulla base delle attività già svolte, l'Istituto ha ulteriormente sviluppato ed ampliato l'ambito delle proprie ricerche nel settore tecnologico ed informatico per favorire, con hardware e software, l'accessibilità di ciechi e ipovedenti all'informatica e alle nuove tecnologie. Questa attività che caratterizza il Cavazza dalla metà degli anni 80 del secolo scorso, ha avuto vari sviluppi e potenziamenti facendolo diventare uno dei centri di riferimento sia a livello nazionale che internazionale e fino a farlo partecipare, come partner essenziale del nuovo INVAT (Istituto Nazionale per la Valutazione Ausili e Tecnologie) realizzato, nel 2018, dall'unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Articolo primo numero di Vedere Oltre - 1994, BolognaAll'inizio del nuovo millennio, sempre in conseguenza delle esperienze precedenti è nato il Servizio di Consulenza Educativa che ha potenziato e sviluppato l'intervento di supporto per bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti per l'inclusione scolastica, ha offerto consulenze e indicazioni tìflo pedagogiche e psicologiche a famiglie, scuole e operatori in ambito scolastico, sanitario e sociale; grazie anche al contributo del professor Enzo Bizzi e all'impegno degli operatori impiegati nel servizio questo centro, ogni anno, ha supportato e supporta un centinaio di bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti, le loro famiglie, le scuole che frequentavano e frequentano, gli Insegnanti e gli Educatori, nella realtà della nostra Regione. Sempre nel nuovo millennio, l'Istituto ha deciso di affiancare alla nostra rivista un'altra importante iniziativa di comunicazione e informazione, è nata così "Radio Oltre" la radio web dell'Istituto che, attraverso varie trasmissioni, affronta e sviluppa i temi legati alla disabilità visiva e alla disabilità, in genere, offrendo a tutti un'occasione di confronto su tematiche significative per la nostra realtà. Nel 2015, l'Istituto ha avviato il Museo Tolomeo, sulla storia e sulle innovazioni sviluppate negli oltre 130 anni della vita dell'Istituto stesso in rapporto con la realtà di Bologna e del territorio. Questo nuovo progetto si è inoltre ampliato con l'apertura dell'atelier nel quale si sperimentano con bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti le possibilità, le occasioni, le esperienze tattili che si possono realizzare in diversi ambiti e situazioni. In questi anni, l'Istituto ha svolto attività di formazione in ogni ambito e settore della propria attività. La formazione è stata rivolta a ciechi e ipovedenti, alle loro famiglie, agli operatori che a vari livelli erano e sono coinvolti nel processo educativo e formativo delle persone con disabilità visive. La formazione offerta dal nostro Istituto ha coinvolto tutte quelle persone che all'interno di servizi sanitari, sociali, culturali, e negli ambiti più diversi, hanno incontrato il problema dell'accessibilità e della piena partecipazione delle persone con minorazioni visive. Grazie inoltre alle competenze tecnologiche ed informatiche, che sono state sviluppate negli anni dal nostro Istituto, siamo riusciti a mantenere, anche nei lunghi mesi del lockdown contatti significativi, con bambini, ragazzi e persone con gravi difficoltà visive, riuscendo a mantenere quella minima relazione che ha reso meno drammatico l'isolamento creato dalla pandemia. Oggi l'Istituto Cavazza, ha davanti una importante strada tracciata dai servizi che già sono operativi, ma si va formando la consapevolezza di una nuova grande sfida che dovrà essere affrontata nei prossimi anni: anche il nostro Istituto dovrà essere in grado di fornire risposte adeguate e qualificate alle esigenze presentate dalle persone con disabilità complesse. Purtroppo negli ultimi anni il numero di questi soggetti è in continua crescita e, pur con la consapevolezza di essere dei neofiti, in questo settore, è comunque indispensabile cominciare ad elaborare idee, progetti, proposte e interventi che siano in grado di fornire sollievo, soluzioni e opportunità alle persone che si trovano a vivere le gravi situazioni determinate dall'emergere di più carenze in una sola persona. Sarà questo un tema che dovrà progressivamente interessare anche il nostro Istituto e di conseguenza la nostra rivista "Vedere Oltre" che dovrà saper coinvolgere persone e istituzioni che, grazie alla loro esperienza, storicamente determinata, possano offrirci contributi significativi sia per comprendere adeguatamente il problema, sia per immaginare servizi e interventi che possano essere importanti, innovativi e di qualità nel nostro territorio. Ecco delineata la sfida centrale per il nostro Istituto e per la nostra rivista per i prossimi anni, sono certo che con l'impegno, le competenze, le conoscenze e la passione di tutti i Dirigenti, Dipendenti e collaboratori dell'Istituto ad ogni livello, sapremo anche in questa occasione e di fronte a questa complessa tematica, individuare le strategie, le risorse e i servizi necessari per fornire una risposta di qualità, per la nostra Regione e per le persone con disabilità complesse.

 

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