Toccare le forme del sensibile

"Cogliere il corrispettivo estetico della natura originale delle opere di Alberto Burri, selezionate per il percorso tattile, nella resa fisica e sensibile delle restituzioni tiflodidattiche, realizzate da artisti esperti della poetica dell’artista”
Loretta Secchi

La Fondazione Burri, l’Associazione Atlante Cultura, l’Istituto dei Ciechi di Milano, il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, l’Istituto dei Ciechi F. Cavazza di Bologna, unitamente al Museo tattile Anteros, di recente hanno dato vita a una collaborazione congiunta, finalizzata alla restituzione dei valori estetici della poetica di Alberto Burri, e di una selezione di opere di artisti a lui vicini, in occasione dell’allestimento della mostra “La luce del nero”, in favore delle persone non vedenti e ipovedenti. Le opere d’arte contemporanee sono, di frequente, schiette traduzioni di sensazioni indotte dal corpo fisico della materia e incisive metafore. Configurazione e riconfigurazione di forme in divenire nascono, pertanto, da una rilettura creativa di modelli dati, quali effigi di oggetti reali o figurazioni immaginarie: rappresentazioni non veriste, se vogliamo, comunque cariche di verità. Questa forma di arte chiede allo spettatore di abbandonare l’esigenza del verosimile, con riconoscimento immediato di soggetti familiari o referenti reali, per accogliere fertili associazioni di idee a nuove forme e configurazioni di senso. Alberto Burri - l'artista mentre utilizza la fiamma per le sue opereNe deriva che gli artisti, soprattutto contemporanei, in un approccio più libero al processo creativo, non per questo disarticolato, percepiscano la realtà secondo un processo interpretativo svincolato da canoni prestabiliti, con scelte sperimentali autonome, mai dimentiche dell’inscindibile rapporto che esiste tra forma e contenuto. Stile e poetica, in età contemporanea, si offrono come chiavi di lettura del contenuto estetico di un’opera d’arte. Lo stile cambia perché cambiano le idee e di riflesso la loro stessa proiezione nei modi della rappresentazione, anche concettuale, del fenomenico. Téchne e Poiesis, uniti, dimostrano come senza qualità tecnica non sussista corpo espressivo dell’opera d’arte e senza creazione poetica non esista interpretazione e trasfigurazione del reale. Ma come tradurre la pittura contemporanea con finalità tiflodidattiche e inclusive? Quali i criteri di restituzione fedele dei valori compositivi, formali, materici, contenutistici di Alberto Burri? Come restituire l’anima dei suoi interventi combustivi, delle stratificazioni, delle suture, delle consunzioni, senza meccanicismo seriale? Come tutelare, infine, la percezione della bellezza, non facile, di un’inesausta ricerca di risposta, nella chimica che accomuna ogni essere, ogni ente, evocando la comune condizione del corpo fisico della materia, animata e inanimata, metafora degli esseri viventi e finiti, destinati a una metamorfosi continua, non ultimo alla decadenza? Serviva non scivolare nel semplicismo della resa, pedissequa, dell’identico effetto polimaterico, fine a se stesso, pur preservando la natura mimetica nella restituzione della sua opera, al fine di rendere noti i materiali prescelti, il suo modus operandi, le ragioni per le quali l’artista è intervenuto con determinate azioni e con un controllo cercato ma non preteso: sul corpo dei sacchi, dei legni, dei ferri, delle plastiche, dei cretti. La volontà è stata quella di cogliere il corrispettivo estetico della natura originale delle opere di Alberto Burri, Combustione - Opera di Alberto Burriselezionate per il percorso tattile, nella resa fisica e sensibile delle restituzioni tiflodidattiche, realizzate da artisti esperti della poetica dell’artista. Per la stesura delle descrizioni verbali a supporto dell’esplorazione aptica delle riproduzioni tattili, la ricerca dell’equivalente estetico ha guidato la scelta verso un distillato di contenuti, con l’adozione di un linguaggio puntuale, informativo, allo scopo di garantire la comprensione della morfologia delle composizioni originali, fedelmente conservate nelle restituzioni, sia pur in differente scala. Dare corpo alla parola ha significato stare sulla tecnica descrittiva senza tecnicismi e penetrare le esigenze cognitive delle persone minorate della vista senza costringerle a uno sforzo intellettuale privo di emozione estetica. Come non è dato tradurre in modo letterale un componimento poetico, per verba, senza il rischio di riduzione o fraintendimento del contenuto, così non è possibile tradurre il significato di una superficie graffiata, lacerata, combusta, sfregiata, riassemblata, per icones, con la sola elencazione di sensazioni epidermiche. Il carattere taciturno di Alberto Burri, in vita medico e artista, sembra cifra di una condizione conoscitiva che i grandi artisti sperimentano tra putrefactio e renovatio. Come Arpocrate, Dio del silenzio ermetico, egli intese la luce del (e nel) nero, senza mai parlarne.

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