Paola Gamberini, studiosa non vedente di filosofia e coordinatrice referente pedagogica del Servizio di Consulenza Educativa dell'Istituto Cavazza, ha tradotto nel 2021 "Critica della ragion pratica" di Kant (casa editrice Rusconi). La incontriamo per farci raccontare la sua esperienza di traduttrice in generale e di traduttrice non vedente in particolare.
Com’è iniziato il progetto di questa traduzione?
È nato nella mia pluriennale collaborazione alla facoltà di filosofia dell’Università di Bologna con il professore di storia della filosofia antica Walter Cavini e con il suo gruppo di lavoro. Esplorando l’evoluzione di alcuni temi del pensiero antico nella riflessione filosofica moderna, in particolare nel pensiero di Kant, ho avuto modo di tenere lezioni, seminari e di pubblicare saggi. Nel 2019 mi è stata proposta questa traduzione e ho accettato la sfida.
Quali caratteristiche ha il suo testo?
Ho cercato il più possibile di coniugare rigore, precisione argomentativa e terminologica e leggibilità, impresa difficile e appassionante per la complessità della scrittura kantiana. Non essendo previsto il testo tedesco a fronte, ho sentito ancora di più la responsabilità di rendere nel modo più pregnante e preciso possibile i termini tecnici e di ricostruire in modo fedele le diverse argomentazioni. La possibilità di scrivere un’ampia introduzione e di comporre un ricco apparato di note è stata una preziosa risorsa per illustrare le principali tesi filosofiche, per esporre per esteso le difficoltà di traduzione e per motivare poi le mie soluzioni.
Quali competenze le sono state più utili?
Oltre naturalmente alla conoscenza della lingua tedesca, le mie competenze filosofiche specifiche, derivanti da una ripetuta lettura analitica dell’opera, e anche una buona padronanza di alcuni fondamentali strumenti di ricerca e, certamente, anche le competenze tecnologiche.
Ci può spiegare meglio con quali procedure e con quali strumenti è riuscita a svolgere la traduzione?
Ho fondamentalmente utilizzato il PC con sintesi vocale e display Braille. Grazie al computer potevo disporre di tutti i materiali e consultarne diversi contemporaneamente. Mentre traducevo, avevo sotto mano più file paralleli: il testo originale tedesco, due traduzioni italiane di riferimento, una traduzione inglese e, naturalmente, il testo della traduzione che stavo scrivendo. Potevo inoltre costantemente accedere a testi di letteratura secondaria che avevo scaricato in formato digitale.
Che cosa le ha dato maggiore soddisfazione in questa esperienza?
Certamente il tentativo di rendere nel modo più fedele possibile il contenuto del testo che mi era stato affidato, sia per rendere pieno omaggio al suo autore sia per esprimere la più grande attenzione e il più grande rispetto nei confronti dei lettori, che lo meritano sempre.
Kant può essere considerato ancora attuale?
Kant ci invita ad avere il coraggio di pensare, confidando nel potere della nostra ragione, a non accettare passivamente imposizioni esterne e a non seguire in modo acritico consuetudini e tradizioni. Ci invita al confronto aperto tra le opinioni, libero da pregiudizi politici, sociali, religiosi o culturali. Già questi sarebbero motivi del tutto sufficienti. Però non si può non aggiungere che Kant insiste altrettanto fermamente sui limiti della ragione umana, mettendoci in guardia da ogni presunzione di aver raggiunto certezze definitive sia in ambito teorico sia in ambito pratico. A questi motivi ispiratori del pensiero kantiano credo non dovremmo mai stancarci di attingere.