All'ombra delle Dolomiti

“Infinita è la forza riparatrice del sole sotto la cui azione sembra che l’essere umano risorga come se fosse in lui trasfuso un nuovo vigore”
Paola Furlan

Nell’aprile 1924, l’amministrazione comunale di Bologna perfeziona lo schema di convenzione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli per l’accoglienza e il ricovero di malati poveri, “con l’assunzione dell’onere della spesa”, nell’Istituto elioterapico di Cortina d’Ampezzo dove, il 23 settembre 1923, è inaugurato il primo sanatorio italiano d’alta montagna dedicato esclusivamente alla cura della tubercolosi ossea e delle malattie osteo-articolari, “sotto gli auspici di un nome illustre nella storia dell’ortopedia italiana”, il professor Alessandro Codivilla (1861-1912) alla cui memoria è intitolato.

Fondato con scopi scientifici e caritatevoli, l’Istituto Rizzoli acquista autonomamente il “Grand Hotel des Alpes”, un antico albergo austriaco parzialmente distrutto durante la Prima guerra mondiale, per destinarlo a luogo di cura per i pazienti dell’ospedale, dopo la rinuncia alla compartecipazione di Comune e Provincia di Bologna che la ritengono una spesa troppo onerosa, su sollecitazione di Vittorio Putti, allievo di Codivilla, che cura l’intero progetto. Il nuovo Istituto è il primo sanatorio italiano dedicato alla cura della tubercolosi ossea, situato a 1350 metri sul livello del mare; gode di una favorevole posizione geografica, circondato da foreste di conifere e dalle montagne dolomitiche che, con altezze di 3000 metri, garantiscono una purezza d’aria ricca di ossigeno ed essenze balsamiche.Istituto Elioterapico Codivilla - Cortina d'Ampezzo

Conosciuto fin dalla fine dell’Ottocento, il trattamento sanatoriale in alta montagna è dato dalla combinazione che associa i benefici della vita all’aria aperta con l’elioterapia, una tecnica che permette di riabilitare i malati sfruttando i benefici effetti del sole che a quel livello di altitudine raggiungono le condizioni ottimali di irradiazioni luminose, chimiche e calorifiche, agendo sul fisico del malato evitando l’insolazione grazie alla freschezza e purezza dell’aria. Una terapia grazie alla quale organismi già gravemente minati, “si rinnovano forti, vivaci, temprati dal rude clima alpino”.

In seguito a nuove trattative, il Comune rivede parzialmente la sua posizione riconoscendo l’alto valore benefico dell’Istituto ristabilendo i rapporti con la volontà di contribuire all’iniziativa, seppur in maniera diversa, più conforme alla natura dell’ente municipale.

“Il desiderio reciproco di collaborare” si traduce in una proficua cooperazione che si orienta verso l’adozione della delibera approvata per concordare i criteri di ospedalizzazione dei malati a spese del Comune secondo uno schema di convenzione che prevede il mantenimento giornaliero di cinque cittadini bolognesi, con un totale massimo annuo di 1825 giornate di degenza, per la durata di dieci anni.

La scelta di chi inviare all’Istituto Elioterapico è una decisione presa in accordo tra l’Ufficio municipale di igiene e la Direzione dell’Istituto Rizzoli, ma con una “viva raccomandazione” riguardo ai tubercolotici “che contrassero il loro male dalle fatiche e dai disagi della guerra”. Sono a carico del Comune la permanenza, la cura e tutte le scelte terapeutiche ritenute necessarie dalla direzione medica in conseguenza delle esigenze tecnico-sanitarie richieste dalle condizioni di salute e di età dei soggetti trattati.

La sede dell’Istituto Elioterapico si articola in cinque piani, che ospitano anche pazienti a pagamento; il terzo è destinato agli ammalati inviati dalla Provincia e dal Comune, dall’Istituto Rizzoli e dagli enti morali; sono collocati in numero di tre o quattro per camera, divisi per età e sesso in ambienti comodi ed eleganti, con ampie finestre per favorire l’aereazione e l’entrata del sole. Nelle ore più calde i pazienti sono trasferiti con il grande ascensore marca “Stigler” a forza idraulica, capace di contenere un letto o due lettighe, all’ampio solarium situato sul coperto dove permangono per il tempo necessario alla cura del sole.

Solarium dell'Istituto Elioterapico Codivilla 1923 - Cortina d'AmpezzoL’intervento del Comune nel sostentamento dei ceti sociali meno abbienti per la cura di una malattia grave come la tubercolosi rientra in quella particolare forma di protezione sociale che l’ente assicura alla popolazione e in particolare all’infanzia, che si sperimenta nelle scuole, negli asili e nelle colonie all’aperto dove ragazze e ragazzi studiano e vivono all’aria aperta e al sole, principi alla base dell’inaugurazione delle propedeutiche Scuole elementari Fortuzzi ai Giardini Margherita nel 1917.

Si ringraziano, San Giorgio in Poggiale, Biblioteca d’Arte e di Storia, Bologna.

Le foto sono tratte dall'opuscolo Istituto Elioterapico Codivilla in Cortina d’Ampezzo (metri 1350 sul livello del mare); fondato e diretto dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, 1923, Capodistria, Priora,

34 p.

 

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