Quando nel gennaio del 2012 nell'Unione Europea entrò in vigore la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, la crisi economica che minaccia oggi l'esistenza stessa dell'Unione era già esplosa da quattro anni. La ratifica della Convenzione da parte dell'Unione fu un atto di coraggio e di grande significato etico e giuridico, da cui ci si attendeva un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita delle persone disabili. In realtà tale miglioramento non vi è stato, in parte per il peggioramento delle condizioni economiche dei Paesi Membri e in parte per l'inerzia delle istituzioni dell'Unione, incapaci di reagire efficacemente agli effetti della crisi.
Il Forum Europeo della Disabilità si è battuto instancabilmente per la ratifica della Convenzione, all'adozione della quale da parte delle Nazioni Unite aveva contribuito in misura determinante.
Il Forum, come è noto, è l'organizzazione ombrello che rappresenta ottanta milioni di persone disabili in Europa attraverso i Consigli Nazionali dei singoli stati membri e le organizzazioni europee che ne fanno parte. Il Forum si propone prioritariamente la difesa dei diritti delle persone disabili a livello delle istituzioni dell'UE, del Consiglio d'Europa e delle Nazioni Unite, oltre a sostenere le iniziative delle organizzazioni aderenti a livello europeo e nazionale. La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità prevede che dopo due anni dalla ratifica gli Stati Parti e anche le Organizzazioni d’Integrazione Regionale che la ratificano, devono presentare un rapporto sull'attuazione della Convenzione a un comitato delle Nazioni Unite incaricato di verificare in quale misura la Convenzione sia stata attuata e quali risultati sono stati conseguiti.
Le organizzazioni delle persone disabili, così come quelle che offrono loro supporto e servizi possono presentare al Comitato dei rapporti alternativi, al fine di segnalare carenze e inadempienze nell'attuazione della Convenzione.
Nel 2014 l'UE ha presentato il suo rapporto e il 2 aprile scorso il Forum Europeo della Disabilità ha presentato il proprio, evidenziando le criticità della gestione da parte dell'UE. In realtà, il bilancio tracciato nel rapporto alternativo è complessivamente positivo, ma sono anche stati evidenziati alcuni motivi di preoccupazione riguardo all'attuazione della Convenzione.
In particolare il Forum ha sottolineato cinque aspetti problematici:
1) L'UE non ha sviluppato una strategia specifica per l'attuazione della Convenzione da parte di tutte le istituzioni comunitarie e degli Stati Membri. La normativa di riferimento a tal fine è la Strategia per la Disabilità 2010 - 2020, che è stata varata prima della ratifica della Convenzione, ha un campo d'azione limitato, non dispone di alcun finanziamento e non ha prodotto alcun risultato riguardo all'occupazione, all'inclusione sociale e alla riduzione della povertà delle persone disabili, come invece era previsto nella Strategia Europa 2020 dell'UE. Anche all'interno delle istituzioni dell'UE la Convenzione ha avuto effetti assai modesti: la comunicazione esterna dell’UE non è né inclusiva, né accessibile, il processo di selezione e le procedure di assunzione delle persone disabili sono ancora molto discriminatorie.
2) La conoscenza della Convenzione è ancora insufficiente a livello dell'UE; non sono state organizzate campagne d'informazione del grande pubblico rivolte al grande pubblico, né al personale dell'Unione. L'UE non ha ancora una legislazione coerente sulla parità di trattamento delle persone a rischio di discriminazione, pur essendo questo un settore di sua piena competenza. Ad oggi è prevista la protezione soltanto a livello lavorativo e la proposta di estendere la protezione ad altre aree della vita, quali l'educazione, la sicurezza sociale, la salute e l'accesso ai beni e ai servizi è ancora in fase di discussione al Consiglio. Inoltre, essendo stata presentata dalla Commissione Europea prima della ratifica della Convenzione, il campo d'azione della proposta non ne tiene adeguatamente conto.
3) La politica più progressiva dell'UE riguarda l'accessibilità, ma anche qui le preoccupazioni sono forti, poiché la proposta di direttiva sull'accessibilità dei siti internet pubblici e degli enti che forniscono servizi di interesse pubblico, presentata nel 2012, non è ancora stata approvata dal Consiglio per l'opposizione di alcuni Stati Membri e la tanto attesa normativa europea sull'accessibilità di beni e servizi non è ancora stata nemmeno presentata dalla Commissione Europea.
4) Purtroppo, dobbiamo registrare anche preoccupanti passi indietro, soprattutto nei settori del trasporto e degli appalti pubblici, dove i regolamenti non sono sempre applicati correttamente. Nel settore del trasporto aereo, per esempio, si delinea una situazione allarmante, poiché le persone disabili potrebbero essere obbligate in futuro , per motivi di sicurezza , a viaggiare sempre con un accompagnatore, vanificando di fatto il regolamento attualmente in vigore per le persone con mobilità ridotta. Anche nel settore della standardizzazione collegata alla progettazione per tutti si nota un certo rallentamento e scarsa efficienza operativa.
5) Vi è poi la mancanza di dati oggettivi che consentirebbero di avere un quadro più preciso della situazione delle persone disabili in Europa. Vi sono impegni generici in tal senso, ma mancano gli strumenti operativi e la raccolta dei dati è comunque basata su criteri medici, che sono incompatibili con il modello sociale di disabilità adottato dalla Convenzione.
In conclusione, il Forum ritiene che l'UE debba operare più efficacemente per l'implementazione della Convenzione, riprendendo a svolgere il ruolo propulsivo e di guida che ha dimostrato all'atto della ratifica.
Infatti, se le istituzioni dell'UE si fermano, è assai probabile che gli Stati Membri facciano altrettanto e che l'attuazione della Convenzione subisca un arresto o un arretramento che sarebbero difficilmente recuperabili.
In agosto e in settembre l'UE dovrà sottoporsi all'esame del Comitato dell'ONU per la Convenzione e attuare le raccomandazioni che le saranno suggerite dal comitato. Ci auguriamo che ciò contribuisca a ravvivare l'entusiasmo sopito e che le politiche in favore delle persone disabili riprendano vigore. Infatti, attualmente l'UE mantiene un approccio passivo che deve essere assolutamente superato.