1997-2017 Venti anni di progresso

Il movimento della disabilità in Europa: un patrimonio di idee, di conquiste, di speranze
Rodolfo Cattani

Nel 2003, sei anni dopo la fondazione del Forum Europeo della Disabilità ( European Disbilty Forum – EDF), si è celebrato il primo anno europeo della disabilità. Si trattava di un punto di arrivo, ma soprattutto di partenza verso nuove sfide e nuove opportunità. A parte le cerimonie, tra cui in primo luogo la giornata europea delle persone con disabilità e il parlamento europeo delle persone con disabilita, quell'anno fu importante perché le organizzazioni che rappresentavano quelle persone, in gran parte escluse dalla società, esse stesse non sempre consapevoli dei loro diritti, vedevano avvicinarsi la loro massima aspirazione: essere coinvolte e partecipare attivamente alla concezione e all'attuazione di un programma europeo che desse nuova forza alle loro rivendicazioni nazionali.

Logo ventennale EDFIn passato la gestione dei programmi europei era in mano alla Commissione, il governo dell'Unione, e le decisioni spesso calavano dall'alto a cose fatte. L’ E.D.F., fondato nel 1997 dalle organizzazioni dei disabili e delle loro famiglie (una novità interessante che avvicinava al movimento le persone con disabilità non in grado di rappresentarsi da sole) aveva lavorato sodo per arrivare a quella data con le idee chiare su cosa chiedere e come ottenerlo. In quell'anno venne adottato il "Piano d'azione per la Disabilità 2003-2010", il primo del suo genere, che fissava obiettivi e procedure di lungo termine.

 

In quel periodo l'Unione Europea era in una fase di crescita politica ed economica, malgrado si delineassero già all'orizzonte i segnali di alcune criticità che sarebbero emerse pesantemente con l'avvento della crisi economica del 2008. In realtà il meccanismo della macchina europea non era ancora in grado di accogliere come ingranaggio fondamentale anche quello della disabilità. I risultati non furono entusiasmanti, soprattutto per il divario tra l'approccio relativamente progressista delle istituzioni europee e la chiusura degli stati membri, restii a prendere impegni soprattutto di carattere economico. Nel 2010 l'impatto della crisi si faceva già sentire e il tema della disabilità non fu inserito tra le questioni chiave della "Strategia Europea 2020”, peraltro poi naufragata miseramente. Invece di rassegnarsi, il Forum lanciò la proposta di una nuova strategia per il decennio a venire. La proposta fu accolta e la nuova "strategia per la disabilità 2010-2020, un nuovo impegno per un'Europa priva di barriere" aprì nuove prospettive di dialogo e di confronto. Nel frattempo, nel 2006, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva adottato la Convenzione delle Nazioni Unite Sui Diritti delle Persone Con Disabilità (la convenzione) e la Commissione fu pronta a fare, insieme con noi, di questo primo trattato internazionale ratificato dall'UE stessa nel 2010 un elemento innovativo della sua politica sociale. La strategia si muove lungo tre direttrici prioritarie: i diritti fondamentali, la crescita inclusiva e l'equità sociale, secondo cui nessuno può essere lasciato indietro.

Immagine tratta da video per i diritti dei disabili - 20ennale Forum Europeo della Disabilità, 2017

La nuova strategia decennale sulla disabilità si concentra su otto aree prioritarie: Accessibilità, Partecipazione, Uguaglianza, Occupazione e Lavoro, Educazione, Sicurezza Sociale, Salute e Azioni Esterne. La ratifica della Convenzione ha certamente consolidato a livello istituzionale la transizione dal tradizionale approccio alla disabilità (prevalentemente medico o funzionale) verso il nuovo modello sociale, basato su una valutazione oggettiva, scientifica e neutrale, ma non vincolante agli effetti delle misure di sostegno per l'inclusione e la protezione sociale, che afferiscono al clima politico ed economico di riferimento. La crisi economica peraltro ha pesato molto sulle scelte, anche se non tutti gli stati hanno reagito con provvedimenti riduttivi. Gli obiettivi della strategia sono ancora validi e la Commissione intende perseguirli utilizzando al meglio le competenze e gli strumenti di cui dispone per accrescere la consapevolezza delle problematiche, raccogliendo dati e statistiche significative e dando concreto sostegno alle organizzazioni rappresentative. La priorità più alta rimane comunque l'esigenza di integrare le problematiche della disabilità in tutte le aree in cui l'UE ha competenza. Un altro elemento particolarmente significativo è che nel 2015 l'UE, avendo ratificato la Convenzione, è stata esaminata dal Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti delle Persone disabili, che analizza i rapporti che gli stati parte devono presentare dopo la ratifica per dimostrare ciò che hanno fatto per attuare la convenzione del loro paese. L'UE è l'unica organizzazione regionale che ha ratificato la Convenzione e quindi ha dovuto predisporre il proprio rapporto e poi difenderlo dinnanzi al comitato. In base ai riferimenti dell'UE, il comitato ha predisposto una serie di raccomandazioni per il futuro, le cosiddette “osservazioni conclusive”. Nel febbraio 2017 la Commissione ha pubblicato il proprio rapporto di medio termine sull'attuazione della strategia. Analizzando il rapporto alla luce dei risultati, l’EDF ha espresso alcune osservazioni critiche per ciascuna delle otto aree di interesse.

ACCESSIBILITÀ

Manifesto per il ventennale EDF

É questa l’area in cui si è lavorato di più, poiché l’accessibilità è il requisito fondamentale per l’inclusione e la partecipazione sociale. I risultati positivi conseguiti sono stati l’adozione di una direttiva sull’accessibilità dei siti web degli enti pubblici e delle relative applicazioni; l’approvazione da parte del Parlamento Europeo di una proposta della Commissione sull’accessibilità dei prodotti, beni e servizi (ambiente costruito, elettronica, servizi bancari, trasporti, strumenti e servizi di comunicazione, ecc), anche se entro limiti troppo ristretti; la presentazione da parte della Commissione di una nuova direttiva sui media audiovisivi. Tuttavia, l’EDF ha ravvisato la necessità di una definizione di accessibilità che sia valida per tutte le possibili situazioni e per tutti i possibili utenti; gli stati membri devono adeguare la legislazione nazionale e armonizzarla nell'interesse sia degli utilizzatori sia delle aziende; il testo dell'atto europeo sull'accessibilità licenziato dal parlamento lo scorso settembre è assai riduttivo anche nei confronti di quello della Commissione; l'applicazione della direttiva sull'accessibilità dei siti web va costantemente monitorata.

PARTECIPAZIONE

La consultazione e la collaborazione attiva delle organizzazioni rappresentative delle persone disabili sono state prese seriamente dalla Commissione, la quale organizza ogni anno, con la collaborazione dell’EDF la giornata europea delle persone con disabilità e il Forum di lavoro sull’attuazione della convenzione nell’Unione Europea. Le organizzazioni rappresentative hanno accolto positivamente il progetto di una carta europea della disabilità, ma hanno fatto notare che il progetto non ha risposto alle attese. Infatti, esso riguardava solo un numero limitato di stati, ciascuno dei quali lo ha interpretato a suo modo, creando molta confusione. É necessario un coordinamento maggiore e la partecipazione di tutti gli stati membri. Inoltre, la realizzazione di questo programma richiede probabilmente una chiara base giuridica della definizione di disabilità da utilizzare per il rilascio della carta.

UGUAGLIANZA

L'uguaglianza e la non discriminazione sono al centro della strategia. Gli stati membri devono sbloccare la proposta di direttiva contro la discriminazione congelata dal 2008 che ormai andrà rivisitata alla luce della Convenzione.

OCCUPAZIONE E LAVORO

L'accesso al mercato del lavoro è un tema assai delicato, poiché da anni non si registrano progressi nell'occupazione delle persone disabili e la questione dell'adattamento ragionevole non è risolta.

Infatti, si continua a pensare che la persona disabile deve adattarsi alle condizioni di lavoro, mentre il principio di adattamento ragionevole richiede che siano le condizioni di lavoro ad adattarsi, nei limiti del possibile, alle esigenze e capacità del lavoratore disabile. É inoltre importante che le provvidenze di carattere assistenziale non costituiscano un disincentivo all'occupazione.

Le donne disabili e le persone con disabilità di carattere intellettivo o psicosociale sono le più svantaggiate. Anche la formazione professionale è assai carente.

EDUCAZIONE

L'educazione inclusiva incontra ancora notevoli ostacoli anche perché l'UE non ha competenza diretta in questo settore. In molti stati membri si preferisce ancora educare le persone disabili in strutture specializzate, poiché si ritiene complicato e costoso includerle nelle scuole ordinarie.

PROTEZIONE SOCIALE

I sistemi di sicurezza e previdenza sociale negli stati dell'UE sono molto diversi. Il nuovo programma della Commissione Europea per fissare i principi fondamentali dei programmi di sicurezza sociale, il “Pilastro Europeo dei Diritti Sociali”, non presta particolare attenzione alle problematiche della disabilità, limitandosi a suggerire misure molto generiche. Infatti, la competenza in quest’area è prevalentemente degli stati membri.

SALUTE

Purtroppo, a livello nazionale, vi sono ancora notevoli carenze nella fruibilità delle strutture e dei servizi medici da parte delle persone disabili . Continuano, inoltre, a pervenire numerose segnalazioni di violazioni del diritto alla libertà decisionale riguardo al consenso informato, alle cure e agli interventi ospedalieri. Per le persone con disabilità intellettive si ricorre ancora troppo spesso alla decisione da parte di tutori o addirittura dei giudici, soprattutto per quanto riguarda la sessualità e la sfera riproduttiva.

RELAZIONI ESTERNE

É importante che l'UE integri la disabilità nel contesto delle proprie iniziative di promozione dello sviluppo sostenibile nello spirito della Convenzione. Le azioni umanitarie devono essere accessibili e inclusive. In tal senso è fondamentale la collaborazione delle organizzazioni rappresentative. In conclusione, nella seconda fase della strategia è necessario rafforzare ulteriormente la consapevolezza che tutte le persone disabili devono avere gli stessi diritti e in particolare la loro inalienabile dignità come persone, la parità di trattamento e la piena partecipazione nella società. Le donne, i bambini, le persone anziane disabili, nonché quelle che necessitano di un più intenso sostegno o con disabilità non visibili incontrano barriere addizionali e molteplici forme di discriminazione che bisogna conoscere ed eliminare. In tal senso la Strategia per la disabilità deve produrre risultati concreti e misurabili. Ma il Forum Europeo guarda già avanti, verso la nuova strategia 2020-2030 e l'anno europeo delle persone disabili nel 2021 quando si celebrerà il decimo anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione.

Precedente | Successivo

Sommario

Oltre il ricordo

Attualità

Attività

Salute

Tecnologia

Musica

Cultura