Il 28 giugno 1914 la lista socialista guidata da Francesco Zanardi, che diventerà sindaco, vince le elezioni amministrative forte di un programma di reale cambiamento della gestione della cosa pubblica in favore dei lavoratori e nella convinzione che il comune è “la Patria più vera”, patrimonio collettivo e rappresentanza di tutti i cittadini, ma soprattutto delle esigenze che emergono dai ceti sociali dei lavoratori. La politica riformista socialista porta all'interno del comune, «centro della vita civica e sintesi e nucleo centrale di ogni forma di vita sul territorio», nuovi orientamenti e modelli di riferimento che esprimono significati fondamentali nell'emancipazione delle donne e degli uomini che lavorano. Vogliono dire buona alimentazione a prezzi popolari, qualità dei cibi, abitazioni adeguate, igiene delle case e delle persone, istruzione e scuola per tutti, colonie per l’infanzia, sistema fiscale più equo, in definitiva tutti quei risultati indispensabili per raggiungere l'obiettivo del progresso sociale così come preannunciava il programma elettorale socialista con parole semplici, ma significative: “Pane e Alfabeto”. La scuola rappresenta un interesse particolare per quelle innovazioni che caratterizzano l'attività dell'assessore Mario Longhena, fedelissimo collaboratore del sindaco, il quale afferma che quando la guerra al fronte «cominciava il suo ritmo inutile di morte, la vita rinasceva in tutte le scuole di Bologna», che non chiusero neppure un giorno. Non solo; sono aperte le scuole all’aperto, sperimentazione socialista di rinnovamento elementare che non vuole dire solo contatto con la natura per attingere forze fisiche, ma studiare e apprendere fuori delle stanze chiuse coi piedi ben posati sulla terra. Tutte le istituzioni scolastiche comunali sono aperte alle bambine e ai bambini di ogni provenienza, un atto di uguaglianza e di parità che il comune riconosce nel campo dell'istruzione come le colonie, quella permanente di Casaglia per bambini fragili, iniziata nel 1918 e inaugurata nel 1919 dove alla fine della guerra vengono ospitati per quattro mesi circa seicento bambini austriaci per rifugiarsi dal duro inverno dalla fame e dal freddo di Vienna. Refezione scolastica e dopo scuola per le donne con il marito al fronte impegnate al lavoro, ma anche ante scuola per le lavoratrici che fanno turni e post scuola per gli altri; vere e proprie anticipazioni del tempo pieno, e ancora i corsi popolari, le scuole professionali e l'apertura di cinque biblioteche rionali per la lettura e divulgazione. Nel complesso delle innovazioni di indole scolastica non ancora presenti a Bologna, importante è l’indirizzo perseguito nella fondazione delle scuole speciali dedicate all’integrazione degli scolari esclusi dalla frequenza. Un problema sollevato fin dal 1908 dal consigliere Ettore Zanardi, fondatore del sanatorio di Budrio e convinto assertore di igiene morale e fisica, che chiede al consiglio comunale un fondo speciale per l’istituzione di una scuola per tracomatosi che risponda a una necessità molto urgente e necessaria “alla quale non mancherà il favore della intera cittadinanza”1. Si stima siano circa duecento i bambini affetti da tracomatosi, una malattia di carattere sociale che, se trascurata, porta alla cecità. La tracomatosi è contagiosa per le persone che vivono nella stessa famiglia tanto da assumere un carattere endemico e la cui diffusione non è diminuita negli anni nonostante tutte le cure degli specialisti e dei medici scolastici, “forse non per cattiva volontà di uomini, ma per una non intera visione del complesso problema della scuola”.
Il tracoma colpisce prevalentemente le classi povere e progredisce nei bambini costretti a vivere in abitazioni poco igieniche e fisicamente provati da una cattiva alimentazione.
L’amministrazione socialista appena insediata si preoccupa di istituire sia la scuola all’aperto – i futuri padiglioni intitolati a Fernando Fortuzzi all’interno dei giardini Margherita nel 1917, per continuare nel disegno di garantire igiene e istruzione - e l’apertura di una scuola che, “arredata in modo specialissimo, potesse accogliere tutti quei fanciulli che affetti da tracoma, oltre alla minaccia gravissima della cecità, sono esclusi da tutte le scuole, perché contagiosi e quindi costretti alla miseria dell’ignoranza”3.
La Scuola comunale per tracomatosi è inaugurata domenica 6 dicembre 1914 nei nuovi locali della Poliambulanza Felsinea di Piazza Umberto I, al numero 1,4 dal sindaco Francesco Zanardi e dall’assessore all’istruzione Mario Longhena alla presenza delle maggiorie autorità perché è il dovere “di uno Stato democratico provvedere all’educazione di tutti i cittadini”5. La scuola è un modello che si prende cura dei malati affetti da questa forma acuta di congiuntivite e assicura non solo l‘istruzione, ma l’assistenza medica quotidiana della cura degli occhi da parte degli stessi oculisti della Poliambulanza, in particolare i dottori Antonio Nigrisoli e Uberto Sarti - e la vigilanza igienica dell’ufficiale sanitario e dei medici scolastici6.
I nuovi locali sono pieni di aria e di luce, arredati dalla Libreria Cappelli che ha contribuito con la fornitura di banchi speciali per tracomatosi trattati con una particolare verniciatura che permette la più accurata disinfezione. Anche tutte le altre suppellettili scolastiche – armadi, attaccapanni, tavoli – sono fabbricati in modo da sfidare i frequentissimi lavaggi e mantenere la cura delle norme igieniche.
L’insegnamento è affidato ai maestri del comune sotto la direzione della “signorina” Lusertini, con un programma analogo a quello delle altre scuole, caratterizzato da una maggiore lentezza per adeguare il programma alla difficoltà dei bambini sofferenti agli occhi e per favorire un migliore assorbimento delle nozioni. Il periodo delle lezioni è più breve, con intervalli relativamente lunghi e frequenti fra una lezione e l’altra. La scuola è aperta tutti i giorni a parte la domenica con una frequenza quotidiana che favorisce la cura e l’assistenza e si adegua alle regole delle scuole all’aperto in modo che i piccoli ammalati siano lasciati all’aria libera il maggior tempo possibile. Il vitto, sano, razionale e abbondante, è distribuito tre volte al giorno con un deciso miglioramento delle condizioni di vita, di ambiente e lo stato di nutrizione degli individui tracomatosi. Con questo metodo di cura si ottengono in tempo relativamente breve risultati decisamente migliori per le moltissime guarigioni e i notevoli benefici dei piccoli malati.Negli stessi giorni dell’inaugurazione, l’assessore Longhena a nome della giunta, propone di intitolare la Scuola dei tracomatosi ad Augusto Murri con queste motivazioni: “Intitolare al nome di Augusto Murri un istituto significa consacrazione del suo valore scientifico; intitolare a tal nome l’istituto che ha per iscopo la cura e la protezione dell’infanzia è bellamente opportuno perché nessuno ignora che Augusto Murri elargì considerevole parte della sua fortuna agli Ospizi Marini”8.
I risultati ottenuti dalla Scuola per tracomatosi, inaugurata dal comune nel 1914, e una delle poche esistenti in altre città d’Italia, hanno garantito l’assistenza all’infanzia fortemente voluta dalla prima amministrazione socialista di Bologna per garantire un’istruzione per tutti a favore di un rinnovamento sociale che non escludesse i figli dei lavoratori e dei ceti sociali più poveri.
1. Consiglio comunale di Bologna, seduta del 22 dicembre 1908, Ettore Zanardi, Raccomandazione per la istituzione di una Scuola per i fanciulli tracomatosi e di una Scuola medica pei bambini deficienti, Il pro-sindaco Giuseppe Tanari risponde che in seguito a richiesta fatta al riguardo dalla Poliambulanza Felsinea, la giunta si affrettò ad assicurarla che il comune avrebbe accordato un sussidio di L. 34 mila per l’istituzione
di detta scuola e stanziò L. 17 mila; assicura che i nuovi edifici scolastici che si stanno costruendo saranno compiuti e forniranno i locali adatti allo scopo. Ettore Zanardi muore l’11 agosto del 1910 ed è commemorato in Consiglio comunale di Bologna il 21 novembre 1910: “Egli fece opera di igiene morale e di igiene fisica e diede tesori
di amore e di energia a quel Sanatorio di Budrio che fu non ultimo oggetto del suo fervente apostolato”.
2. Mario Longhena, Educatori
e colonie estive, in “La Vita Cittadina”, Comune di
Bologna, Bollettino mensile, 13 Giugno 1914.
3. Ibidem.
4. Ora Piazza dei Martiri; gli edifici della Poliambulanza Felsinea e la Scuola comunale dei Tracomatosi sono bombardati durante la Seconda guerra mondiale 1943-‘45.
5. La Scuola comunale per tracomatosi, in “il Resto del Carlino – La Patria”, 5 dicembre 1914.
6. Mario Longhena, Educatori e colonie estive, cit.
7. Inaugurata la Scuola per Tracomatosi, in “il Resto del Carlino – La Patria”, 7 dicembre 1914.
8. Consiglio comunale di Bologna, 9 dicembre 1914.