Una città trova la sua forma nel tempo: strade, piazze, palazzi sono l’immagine e la traccia della vita che si esprime in tutte le sue forme da parte di chi l’ha abitata.
Abbiamo il compito di curarla mantenerla viva e darle voce. Restituire giustizia a chi ci ha preceduti.
Per poterlo fare dobbiamo raccogliere le tracce che ci permettono di leggere, interpretare e ricostruirne la storia.
Ci sono luoghi impegnati in questo. Il Museo Civico Archeologico di Bologna è sicuramente tra questi.
Un museo parla alla comunità dei suoi pubblici con le parole di chi cura e studia le collezioni.
Con la dott.ssa Federica Guidi, referente scientifico delle collezioni e responsabile della comunicazione, ho scambiato alcuni pensieri sul suo lavoro di archeologa per il museo:
Il territorio è uno spazio che mantiene le scritture, conserva le tracce di tempi che non appartengono al solo passato ma restano compresenti, convivono nel tempo attuale.
Il museo ha il compito di farcelo comprendere, di dare voce alle testimonianze che colleziona, non semplici artefatti, ma tracce di vita vissuta.
Tutti gli oggetti sono appartenuti a qualcuno.
Oggi come allora le cose ci guardano e ci parlano.
È così che siamo accompagnati dal ricordo di tutti quei popoli che hanno vissuto prima di noi, non dai soli reperti.
Dopo aver parlato con Federica Guidi ho visitato la mostra Etruschi, Viaggio nei territori dei Rasna ora riaperta fino al 29 novembre 2020.
La mostra ha un compito: mostrarci la grandezza di una civiltà che non è stata confinata in un territorio e in un tempo limitato ma che ha scambiato relazioni, esperienze, tecniche e linguaggi.
Sono stati influenzati e sono stati il modello di altre civiltà.
Dai primi lineamenti principali della cultura e della storia del popolo etrusco, attraverso oggetti e contesti archeologici fortemente identificativi e contestualizzati, si passa a una seconda sezione geografica, dove si compie il viaggio nelle terre dei Rasna, come gli Etruschi chiamavano se stessi.
La mostra è la prova che il museo è un grande punto di riferimento per gli studi e le ricerche sulla civiltà etrusca.
Per Federica Guidi è importante comprendere che dobbiamo liberarci da un binomio che ha avuto una grande fortuna letteraria ma che non corrisponde a verità, il binomio etruschi e mistero.
“Sostituiamo la parola mistero con le parole meraviglia, scoperta, fascino e restituiremo la parola cultura a un popolo che di misterioso ha davvero poco. Gli restituiremo giustizia”.