Atalanta e Ippomene

Tradotta in bassorilievo, dal museo Anteros, la celebre opera secentesca del Guido Reni
Loretta Secchi

La creta è un materiale duttile, naturale, Di recente la Fondazione Città Italia che ha sede operativa a Roma, unitamente al Museo di Capodimonte di Napoli, ha chiesto al Museo tattile Anteros dell’Istituto dei Ciechi F. Cavazza di realizzare una traduzione in bassorilievo, dedicata alle persone con minorazione visiva, della celebre opera seicentesca di Guido Reni intitolata Atalanta e Ippomene. Si tratta di un capolavoro assoluto, adatto alla trasposizione tattile di forme anatomiche utili all’acquisizione di competenze propriocettive e cinestesiche funzionali allo sviluppo di facoltà cognitive e immaginative nei non vedenti. In questa percezione di natura somestesica sono parimenti coinvolti il corpo e la mente.

Lettura tattile dell'opera Atalanta e IppomeneL’iconografia di Atalanta e Ippomene, per come oggi la conosciamo, ha origini classiche che risalgono a Euripide, drammaturgo greco vissuto nel V secolo a.C., ma è dal Decimo libro delle Metamorfosi del poeta latino Ovidio che traiamo la narrazione più toccante di questo mito in cui si racconta la storia della principessa Atalanta, talvolta considerata una ninfa, figlia di Iasio, re dell’Arcadia, e di Climene, e della sua unione con il giovane Ippomene. Abbandonata dal Padre sul monte Pelio, perché indesiderata rispetto a un figlio maschio, e allevata da un’orsa, Atalanta cresce bellissima e talentuosa. Abile cacciatrice, si distingue nella corsa, arte in cui eccelle, diventando persino più veloce dei Centauri. Riconosciuta un giorno dal padre che la vorrebbe dare in sposa, Atalanta, conscia delle sue doti, e divenuta necessariamente indipendente, accetta di concedersi solo a chi la batta in una gara di corsa, con la cruda condizione di condannare a morte i pretendenti da lei sconfitti, poiché un oracolo le aveva predetto che il giorno in cui avesse preso marito, avrebbe contestualmente perduto le sue abilità. In questoscenario, minaccioso e cupo,

 

emerge la semplice eppur eroica figura di Ippomene. Il giovane è profondamente innamorato di Atalanta e decide di affrontare la rischiosa prova chiedendo aiuto a Venere. La Dea accoglie la preghiera di Ippomene e gli dona tre pomi d’oro consigliandogli di farli cadere uno a uno, durante la competizione, allo scopo di rallentare la velocità della fanciulla, per poi vincerla e dunque prenderla in sposa. Tutto sembra volgere al meglio quando, malgrado la velocità imbattibile, Atalanta, cedendo alla tentazione di raccogliere i pomi, si vede superata da Ippomene e pur preoccupata d’essere vinta prova inaspettato sollievo all’idea che un simile coraggioso pretendente non debba morire per lei. Il mito descrive il coronamento di un amore sbocciato a prima vista e in parte favorito dagli dei, tuttavia la parte conclusiva del racconto è tragica e impressionante.

Atalanta e Ippomene infatti vivono felicemente il loro amore coniugale ma un giorno, entrati in un tempio dedicato a Cibele, lo profanano compiendo atto amoroso impudico e per questo incorrono nelle ire di Afrodite che li punisce trasformandoli in leoni, animali che la tradizione classica riteneva non potessero accoppiarsi. La metafora del sacrilegio passionale sanzionato è complessa e presenta interessanti declinazioni in chiave morale ma ancheAtalanta e Ippomene - Guido Reni

psicologica. Va considerato poi come, nella figura di Atalanta, in tralice si possa leggere una forma di paura del dono di sé, dettata in tal caso dal trauma subito per l’originario rifiuto del padre e la possibilità di trasformare tale trauma in un atto di amore liberatorio e superiore a ogni esitazione e inibizione. Per rendere tangibile l’idea di una bellezza estetica percepibile al tatto, la traduzione tridimensionale in bassorilievo prospettico del capolavoro di Guido Reni offre alle persone non vedenti e ipovedenti una visione sensoriale e intellettuale di forme e contenuti del dipinto. Con un complesso lavoro di traduzione dei valori pittorici in valori plastici, il sussidio tattile traspone a rilievo disegno, superfici, volumi, geometrie compositive, dinamismo e spazialità del capolavoro. La lettura dell’opera, nell’ascolto attivo di esperienze corporee e descrizioni verbali volte a narrare il mito, concorre a generare l’immagine mentale corrispondente alla scena dell’agile falcata di Ippomene, mentre supera Atalanta raffigurata china a raccogliere il secondo pomo d’oro. Scattante e sospeso il corpo di Ippomene, morbido e raccolto quello di Atalanta. Le geometrie nascoste favoriscono la comprensione di spazio e tempo della scena e semantica dei gesti. Cosicché le persone con deficit visivo possano impadronirsi della composizione, interiorizzando funzionalmente la conoscenza esperienziale dello schema corporeo per approdare alla significazione espressiva ed estetica del gesto nell’arte.

 

 

Atalanta e Ippomene

 

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