“Volare oltre la vista, destinazione inclusione” promuove l’inclusione lavorativa di persone con disabilità visiva nell’ambito dell’handling portuale. L'iniziativa, presentata a Roma a maggio alla presenza del Ministro per la Disabilità Alessandra Locatelli, prevede che, dopo la necessaria formazione, tre ragazzi ipovedenti lavoreranno al servizio di assistenza a terra per i passeggeri di Fiumicino. Ce ne parla il Dottor Alessio Quaranta, Direttore generale di ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), tra le Istituzioni promotrici.
Com'è nata questa iniziativa importante a favore dell’inclusione?
Nasce da una collaborazione virtuosa tra l'UICI, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, e la Swissport. Per la prima volta in Italia, persone ipovedenti saranno impiegate in attività di assistenza a terra ai passeggeri in un aeroporto e dovrebbe costituire solo l’inizio di ulteriori opportunità di inclusione lavorativa di persone con disabilità e a ridotta mobilità.
Rappresenta una best practice da emulare nell’immediato futuro anche in altre modalità di trasporto, come ad esempio nel trasporto marittimo e ferroviario.
Dall'aeroporto si vola verso il futuro. È un caso che proprio qui sia nato questo progetto?
L’aeroporto rappresenta indubbiamente un luogo simbolo, metaforicamente costituisce una sorta di porta di ingresso sul mondo da cui si parte, si transita per prendere una coincidenza, si arriva; è una città globale in cui si incontrano tante persone provenienti da luoghi differenti con culture e tradizioni diverse e proprio per questo è molto significativo che un’iniziativa di inclusione lavorativa sia nata qui.
Un ambiente di lavoro che valorizzi il potenziale dei suoi dipendenti è quindi possibile?
Assolutamente sì. Per consentire ciò è necessario in primo luogo un cambiamento culturale e su questo l’Italia, in generale, e il settore del trasporto aereo, in particolare, sono da sempre attente e sensibili alle tematiche dell’inclusività, dell’accessibilità e dell’assistenza ai passeggeri con disabilità e a ridotta mobilità.
Il secondo elemento imprescindibile è quello richiamato dalla Convenzione ONU con riferimento ai cosiddetti “accomodamenti ragionevoli” ossia quelle modifiche e adattamenti necessari ed appropriati in grado di garantire alle persone con disabilità il godimento e l'esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti, ivi incluso il diritto all’inserimento lavorativo.
La nostra società è pronta per confrontarsi con realtà differenti come quella delle persone con disabilità visiva?
C’è senza dubbio ancora del lavoro da fare, soprattutto a livello culturale e di mentalità. Possiamo dire tuttavia che siamo sulla buona strada e questa iniziativa ne è sicuramente una conferma, così come ne esistono tante altre nel panorama nazionale in tanti ambiti che hanno promosso e realizzato l’inclusione lavorativa di persone con diverse disabilità. Proprio recentemente l’ENAC ha patrocinato un importante evento svoltosi a Milano – “In & Aut Festival – Inclusione e Autismo”, dedicato all’inclusione sociale e al lavoro di persone autistiche in Italia, in cui erano presenti diverse realtà italiane che da anni sono impegnate nell’inclusione lavorativa di persone autistiche.
Ci sono altre iniziative simili in programma per il futuro?
Al momento non sono a conoscenza, ma sono certo, che questo progetto rappresenta sicuramente un importante punto di partenza e una buona pratica che contribuirà ad innalzare la sensibilità generale sulla tematica dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
L’ENAC sarà in ogni caso sempre al fianco dei soggetti che promuoveranno questo tipo di iniziative, supportandoli e favorendone la realizzazione e la diffusione affinché l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità sia, nell’immediato futuro, non più un’eccezione o un evento straordinario, ma la normalità.