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Il caregiver

La persona che si prende cura di un individuo con bisogni speciali
Federico Bartolomei

Il termine caregiver si riferisce a una persona che si prende cura di un individuo con bisogni speciali, come un familiare anziano, una persona malata o con disabilità. Questo ruolo può essere svolto da un parente, un amico o un assistente professionale, che supporta la persona assistita nella gestione delle attività quotidiane, offrendo anche sostegno emotivo e, se necessario, assistenza medica.

 

Questo tema è stato recentemente oggetto di studio nell’ambito del Registro D.A.Re INVAT, uno studio multicentrico osservazionale a cui l’Istituto Cavazza partecipa con un ruolo primario. La ricerca analizza la diffusione degli ausili tra le persone cieche e ipovedenti, nonché la loro esperienza d’uso nello svolgimento delle attività quotidiane.

 

La presenza di una disabilità visiva può rendere necessaria un’assistenza variabile a seconda del residuo visivo, dell’età della persona e della presenza di eventuali patologie. Se parliamo di ipovisione, ad esempio, un restringimento del campo visivo dovuto a glaucoma può compromettere la capacità di spostarsi autonomamente e in sicurezza, sia in casa che all’esterno. Al contrario, la perdita della visione centrale causata da maculopatia può impedire la lettura di libri, giornali, documenti, bollette e farmaci.

 

Un caregiver, di conseguenza, si trova ad affrontare un compito impegnativo, che può avere un forte impatto fisico, emotivo e psicologico, generando stress, stanchezza e difficoltà nel ritagliarsi spazi personali. Al carico emotivo possono sommarsi anche problemi economici, soprattutto quando il caregiver è un familiare che, per dedicarsi all’assistenza, è costretto a ridurre o interrompere la propria attività lavorativa, con conseguenti ripercussioni finanziarie. Inoltre, l’aiuto istituzionale spesso non è sufficiente a coprire tutte le necessità.

 

Figlia e madre anziana su sedia a rotelle in un momento di tenerezza

La riabilitazione funzionale per una persona cieca o ipovedente è quindi fondamentale per migliorarne l’autonomia e ridurre il carico sul caregiver. Attraverso l’individuazione di ausili specifici, l’insegnamento dell’uso delle tecnologie assistive, l’attivazione di percorsi di orientamento e mobilità e l’apprendimento del codice Braille, è possibile raggiungere un buon livello di indipendenza, limitando la necessità di assistenza continua.

 

Per il caregiver, questo si traduce in una riduzione dello stress fisico ed emotivo, con un minore rischio di burnout e un miglior rapporto con la persona assistita. Investire nella riabilitazione visiva non solo migliora la qualità della vita della persona cieca o ipovedente, ma rappresenta anche un supporto essenziale per chi se ne prende cura.

 

L’Istituto Cavazza di Bologna è da sempre un punto di riferimento in questo ambito. I suoi operatori sono a disposizione degli utenti, che possono rivolgersi alla struttura per esporre le proprie esigenze e ricevere supporto e assistenza, valutando insieme le strategie più idonee per ogni singolo caso.

 

 

I servizi alla persona

 

Valutazione ausili e consulenza per le persone ipovedenti e non vedenti
 

Ausilioteca

Un luogo per conoscere e sperimentare gli ausili esistenti per l’autonomia personale.

 

Limitless

Per apprendere l’utilizzo di strumenti informatici necessari alla vita quotidiana, progetto dedicato alle persone over 65.

 

Consulenza educativa

Per fornire supporto ad allievi, famiglie e insegnanti per le esigenze formative e nell’integrazione scolastica.

 

Per informazioni

+39 051.33.20.90

ausilioteca@cavazza.it - ipovisione@cavazza.it - sce@cavazza.it

 

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